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de vetriato, ò accommodato con la cera, ch’è meglio che ’l vetro, (come à suo loco si dirà) & con l’olio suso, & chiuso; che non può penetrarvi, nè vento caldo, nè aria calda, come è questo ch’io ti propongo?
Sono adunque non solo ragioni sensate, ma esperierienze evidenti queste, che io ti mostro, à le quali per verità non si può dire cosa sossistente contra, saluo se alcuno non lo facesse data opera, ò per burlare il Compagno, ò per essere d’ingegno incapace, ò forse anco non lo facesse per qualche suo fine poco bono.
Et questo è l’ORDEGNO mio,quale hò promesso che conserverà in ogni Paese il Vino. Et questa è la Botte incorrottibile, de la quale hò promesso, che ci và sopra uno Ordegno, che non si potrà occultare da chi se ne vorrà servire.
Con la quale coverta di parlare tenuta con retto giudicio, & ad arte, & si è occultato il secreto, che alcuno non me lo hà penetrato, sinche non fusse venuto il tempo conveniente di scoprirlo io stesso; & nondimeno con tal modo di pronunciare si è detto la mera, & sincera verità. Imperoche entrando la Vettina à fare officio di Botte, ragionevolmente si è potuta chiamar Botte. Serve altro che per Botte? Et da l’andare più circonstanze al fare detta Vettina, à ragione anco s’è potuto dire, che sia un Ordegno che và sopra ciascuna Botte. Siche hai ò Principe, ò Republica, ò Popolo l’ordegno verdadiero, che và sopra la Botte, secondo hò promessò, che non ti farà guastar mai vino. Il qual punto è quello che importa che si trovi à fatto vero. Et detto Ordegno è molto facile à potertelo provede-

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