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Imperoche come facilmente quelli che hanno letti gli Autori si ponno ricordare, & quelli che non gli hanno letti, lo ponno intendere da chi gli hà letti; li Romani antichi, anzi gran parte d’Italia anticamente in simili vasi di terra conservavano il Vino ordinariamente, & grandissimo tempo. Et i vasi più grandi chiamavano DOLLA, li Mezzani TESTAE: li più piccioli LAGENAE. Et lasciando stare seicento lochi d’Autori, che se ne potriano citare; per non fare il Dotto, te ne citerò un solo d’un mìo Paesano.
Horatio Poeta Pugliese, ma trottato frà i grandi di Roma, havendo invitato à mangiar seco un tal Corvino amico da lui molto stimato; fà un’ode, (come dire) una Canzone ad una di queste Teste, ò Vettine. Testificando nel primo verso, che ’l Vino il quale essa Vettina tenea, havea tanto tempo quanto era, ch’era nato Horatio. Et la mettea a mano quel dì per mostrare quanta allegrezza si facea in casa sua per girvi à mangiare un tanto amico. Vedi al terzo libro di Poemi d’Horatio, ch’è la xxi. & comincia.

O nata mecum Consule Manlio.

Et se pure le testimonianze antiche non ti bastano; te ne darò de le modernissìme, & de lo stesso tempo nostro d’hoggi; sì che da un millione d’homini potrai sapere, che riesce cosa sicurissima il tenere li vini del sudetto modo. Et questo millione d’homini saranno tutti li Popoli di Spagna.
Certo in Spagna non in altri vasi, che in queste Vettine conservano i vini moltissimi anni, ancora che le Vettine loro sieno mal considerate, & goffe, come era-

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