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essa mia Inventione à la benignità naturale, & vera volontà di giovare che io trovai in V. S. Illustriss. La quale Se non si fosse havuta si pronta; non è dubio, che sepolto rimaneva questo publico beneficio. Imperoche senza l’essempio di Roma difficilmente io harei potuto trovar fede. Io dunque & li miei tutti ce le sentimo però talmente obligati, che non potendo aspirare à riconoscere con qualche notabile attione la grandezza di tanto beneficio venutoci non meno da detto primo scontro della sua benignità,

che da l’ombra, & favore con che sempre poi s’è degnata continuare di protergerci; havemo preso per hora questo partito, di farne una testificatione perpetua (si come già credo che resterà fatta) col mezo di queste presenti righe. A’ fine che, si come mentre durerà il mondo haurà da godere l’humana società de la mia Inventione, (di che certo non par che si possa dubitare, per essere dentro di essa la publica utilità, & l’evidenza, & la verità, che non potran mai mancare, ò restar depresse); cosi anco mentre esso mondo duri, con essa mia Inventione vada quasi in quadro d’immortal pittura rappresenta-


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