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Vescovi ed a chi li rappresenta piena soggezione e obbedienza. Non è zelo meritorio, nè pietà sincera l’intraprendere anche cose belle e buone in sè, quando non siano approvate dal proprio Pastore (Encycl. Graves de communi).

XV.

Perchè tale azione democratico-cristiana abbia unità d’indirizzo, in Italia, dovrà essere diretta dall’Opera de’ Congressi e de’ Comitati Cattolici; la quale Opera in tanti anni di lodevoli fatiche ha sì ben meritato della S. Chiesa, ed alla quale Pio IX e Leone XIII di s. m. affidarono l’incarico di dirigere il generale movimento cattolico, sempre sotto gli auspicî e la guida dei Vescovi (Encycl. Graves de communi).

XVI.

Gli scrittori cattolici, per tutto ciò che tocca gl’interessi religiosi e l’azione della Chiesa nella società, devono sottostare pienamente, d’intelletto e di volontà, come tutti gli altri fedeli, ai loro Vescovi, ed al Romano Pontefice. Devono guardarsi sopra tutto di prevenire, intorno a qualunque grave argomento, i giudizi della Sede Apostolica (Istruz. della S. C. degli AA. EE. SS.).

XVII.

Gli scrittori democratico-cristiani, come tutti gli scrittori cattolici devono sottomettere alla preventiva censura dell’Ordinario tutti gli scritti, che riguardano la religione, la morale cristiana e l’etica naturale, in forza della Costituzione Officiorum et munerum (art. 41). Gli ecclesiastici poi, a forma della medesima Costituzione (art. 42), anche pubblicando scritti di carattere meramente