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sato ai suoi capelli neri, i suoi capelli tirati sulla nuca, i suoi capelli affascinanti quasi come l’espressione degli occhi — i suoi occhi di cipria e di velluto.....».

«Non vi è niente che ritorni, niente che si fermi nella vita — e il tuo temperamento umano à sete di superarsi, à bisogno di gareggiare con le macchine per la conquista del futuro. Ma qualche volta i muscoli si piegano ed il sonno non basta a rinfrancarli — non sono ancora perfetti, sono ancora di questa generazione — vogliono l’ossigeno di una vecchia canzone. Poi ritornano a funzionare, perchè le vecchie canzoni se illudono i sensi non li soffocano — le palpebre che si erano abbassate si spalancano all’improvviso ed ànno sete di sole — la nostalgia è l’oppio, la droga, il vizio dell’umanità, è un male puramente fisico — lo spirito è sempre legato alla più cruda realtà».

«.....Hai ballato il tango con Sona nell’hall dell’Albergo Peruviano — il suo corpo fasciato mollemente di seta strisciava nell’abbraccio delicato — cedeva con un tremito morboso — pesava, pesava ferocemente sui tuoi nervi brutali — e il tango ti obbligava a camminare, a camminare senza riposo, con un tormento crudele».

«Tu pure, come tutti, non trovi nell’amore la felicità — l’amore è bello soltanto quando dondola come un frutto proibito tra il desiderio e l’avventura, à il fascino di una cosa nuova, di una speranza sconosciuta. Poi diventa monotono, tedioso, sensualmente cronometrico: anche se siete compli-