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non amerò mai più. Ma ciò che provo ora è terribile, forse più spaventosamente strano che terribile. I primi giorni non volevo accogliere queste sensazioni, le scusavo come provocate da stanchezza nervosa e da noia. Ero sicura di vincerle e di dimenticarle. Ma, con uno sviluppo inesorabile, questo stato d’animo mi à legato i sensi, à dominato il cuore, è entrato da padrone nel cervello. Sofferenze inaudite nell’atroce lotta tra la vita e il subcosciente. Non ò mai dolorato tanto, non ò mai urlato così brutalmente contro di me. Qualsiasi male passato da una donna non può Superare il mio».

«Oggi devo dichiararmi vinta — mi conosco abbastanza per non illudermi — non potrò più essere quella di prima».

«Non ti amo più. Devi cercare di comprendermi: la tua sensibilità artistica e le tue forze spirituali non ànno diminuito per me il loro valore indiscutibile — per questo sono sicura di esserti sempre una compagna fedele».

«Io non ti amo più fisicamente, senza offese al tuo orgoglio di maschio perchè sai quanto fisicamente ti abbia voluto bene: vi è la garanzia innegabile della mia femminilità che tu ài goduto fino in fondo. È appunto la ragione di questo mutamento che non riesco a spiegarmi: sono passata vicino, in tanti paesi del mondo, a degli degli uomini perfetti che ammirai esteticamente sena perdere la simpatia per te. Ora invece il gesto elegante di uno sconosciuto qualsiasi, la bellezza maschia di un