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tuiti. Il lavoro letterario à perciò riacquistato l’equilibrio armonico tra concetto, forma ed espressione, equilibrio indispensabile perchè la sintesi e la chiarezza possedessero uno scheletro vitale. Le più assurde differenze di stile, di svolgimento analitico e di valutazione psicologica, sono legate al temperamento dell’autore e non possono essere modificate: ciò che importa è la capacità di comunicare col pubblico, fondendo completamente le interpretazioni oggettive con la parte soggettiva dell’interpretazione stessa».

Mario Vàderi l’interruppe:

— «Non è sempre possibile forzare il cervello a costruire anche la decorazione dell’architettura creativa».

— «Allora si scrivono delle poesie e non dei romanzi. Le poesie sono manifestazioni soggettive, lontane dall’attimo simultaneo dell’interesse pubblico e, generalmente, precedono le conquiste collettive dello spirito umano».

— «io, per esempio» — continuò Sona — «ò dell’opera d’arte una visione essenzialmente psicologica, dove studio i tipi e le figure realisticamente, nella somma di tutte le individualità e di tutti gli stati d’animo. Perciò non ò mai sentito il bisogno di scrivere dei versi. Comprendo invece la poesia come astrazione dalla realtà vissuta».

Mario Vaderi si difese:

— «So benissimo che le prime produzioni futuriste accentravano un enorme materiale cerebrale che si plasmò attraverso gli anni — ma oggi che