Pagina:Fillia - L'ultimo sentimentale, 1927.djvu/22

20

con la quale avrebbe certamente passato una delle prossime notti — Fabio Halosa, il cavaliere impeccabile, si chinò leggermente verso Sona e Farro che sedevano allo stesso tavolino:

— «Quella danzatrice ha saziato l’amore dei più ricchi commercianti d’America. La sua sensualità è spaventosa. Ma non vi è niente di più penoso, per un uomo sensibile, che una notte con lei. L’ho avvicinata questa primavera, a Rosario, dopo una serie complicata di balletti che avrebbero dovuto snervarla. Non ha neppure tentato di resistere e contrattare. Cerca il maschio con un’avidità veramente morbosa. La sua alcova: una rozza camera, piena di pelli, che ricordava stranamente l’interno di una capanna selvaggia. Appena entrati, la sua faccia si coprì dolorosamente di tristezza, di una tristezza profonda, indescrivibile. Allora l’obbligai a confidarsi. Mi ha parlato press’a poco così: «Voi, come gli altri, credete ch’io abbia un’anima di prostituta. Non è vero: mi concedo soltanto per giuramento di fedeltà... Voi avete torto a ridere... Due anni fa ero l’amante di un gaucho, agli estremi limiti del Gran Chaco — amante completa, di spirito e di corpo, in giorni di felicità e in notti furiosamente calde. Lo uccise un toro impazzito ed egli, prima di morire, mi ha fatto giurare di essergli fedele per sempre. Io non auguro a un’altra donna la mia disperazione: una sensibilità semplice e sana non può amare che un uomo solo in tutta la vita. Ho ballato nei ranchos di Cordova e Santa-Fè, nei sobborghi di Buenos-Ajres — poi sono salita nel centro della