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viso, ove entrava specialmente il sublimato, e fors’anche l’arsenico, sostanze che variamente manipolate dagli alchimisti, funesta sempre per l’uso protratto, potevano rendersi fatali ancora subitaneamente. Il furore per il giuoco che fu una delle peggiori piaghe nei costumi d’allora, la scarsità e carezza della moneta, e la miseria delle masse popolari, cagionavano disperazioni per le quali il meno che fosse si cadeva nell’orrendo bestemmiare, per passare alle risse, ai suicidi. Indi le sparizioni dei miseri giuocatori, se pure il più delle volte non gettavansi nell’unghie del diavolo, cioè d’uno strozzino che rubbava l’anima e il corpo. E non vi pare il Diavolo un simbolo bene immaginato dello strozzino? Le virtù di Fr. Niccolò Tini o del Balzetti sono miracoli sì ma della fede religiosa di quei tempi, mentre il risorgimento dell’impiccato è mirabile ma non miracoloso. Rifletterà ancora il lettore, che molti Assempri sono come suona il nome, paragoni ed esempi, ma non miracoli neppure per lo scrittore, o almeno pure accidentalità travedute per dispensazioni divine.

Io non ho parlato fin qui se non per