Pagina:Filippo da Siena - Gli Assempri.djvu/21


xxi

E qual cosa di più crudele e vile di essi? Aggiungi l’immanità delle leggi che rincaravano piuttosto che diminuire sui mali sociali, e poi venga chi vuole a lodare quel secolo se ha coraggio. La superstizione, la corruttela, e l’imperfetto ordinamento civile, si adopravano a tormentare una generazione ingenua ma ignorante, forte ma feroce, ascetica non religiosa, come d’esserlo presumeva. E non poche volte or contro le streghe, ora contro i profanatori delle feste, lo stesso dabbene fra Filippoè trascinato all’iracondia e perfino al cinismo. Vedi fra gli altri l’Assempro 49. A che fine volge dunque la religiosità di un secolo se non si sposa a quella tale ragione della giustizia, che si chiama ci viltà? E se questa non basta al perfezionamento sociale, chi può negare, leggendo queste storie, che la stessa religione, comecchè santa in se, non basti a far l’uomo santo, se pur qualche volta non lo fa scellerato?

In tutta questa svariata massa di bene e di male, che ferve nei suoi racconti, la figura del frate scrittore domina serena e simpatica per la sua lealtà. Non uno ha ve-