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medesimamente non tanto che tu possa ben volere pe’ tuoi figliuoli, ma eziandio per te medesimo non potrai ben volere, intanto che se fusse possibile che ti fusse aperto el cielo e lo ’nferno, e fusseti dato el partito che tu entrasse nell’uno in qual tu volesse, non potreste volere entrare in vita eterna, ma più tosto vorreste entrare nello ’nferno. E questo interviene però che Dio è sommo Bene è sommo amore è somma carità, e di fuor da lui, è sommo male e somma superbia et invidia. E con ciò sia cosa che nel tempo che hai auto el libero arbitrio di far bene e male, tu non abbi voluto questo Sommo Bene nè voluto fare la sua volontà, nè volutogli piacere in nessuna cosa, anco hai voluto piacere al diavolo dello ’nferno, et a lui hai servito et ubbidito. E però questa cosa è che tu sia privato in perpetuo di questo Sommo Bene et amore e Carità di Dio; ma anco l’arai tanto in odio che tu nol potrai volere nè desiderare nè per te

    in semplici parole alla buona. Il mio Fra Filippo intese l’altissimo verso di Dante «Le genti dolorose, Ch’hanno perduto il Ben dell’intelletto» (I. C. III. 18) Verso profanato in Italia tanto, perfino da’ Professori, che li fanno dire che quelle Genti sono i pazzi!!!