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di tutti in brigata mangiavano insieme e sempre questo medico co’ loro. E l’uno di loro come toccava apparecchiava ne la casa sua la mensa e le tovaglie, e ’l sale e’ bicchieri; ciascuno arrecava ciò che doveva mangiare ne la casa. Avvenne che occorrendo una vigilia d’uno Appostolo, un di loro fece fare una torta e recolla a la brigata, per la quale un di loro disse, che per reverenzia dell’Appostolo non se doveva mangiare, però che l’uova erano opera di carne e per questo cominciaro a quistionare insieme, e parte tenevano con costui e parte dicevano che l’uova non erano opera di carne e che volevano e potevasene mangiare. El medico stava queto e non diceva cavelle. Sicchè all'ultimo dimandaro el medico quello che ne li paresse. Allora el medico rispose e disse1 che credeva che del cacio si potesse mangiare, però che nè latte nè cacio si converte mai per se medesimo in carne, ma e l’uova si converteno bene in carne, con ciò sia cosa che dell’uova nascono e’ pulcini, e però non credeva che dell’uova si dovesse mangiare. E data questa sentenzia subbitamen-

  1. Tale questione, ed in questi termini, vige tuttora fra la gente grossa.