Pagina:Filippo da Siena - Gli Assempri.djvu/188

156

tua bocca esce mai più parola contra a la re verenzia di Dio e de’ Santi, credemi che io te ne pagarò.

E però e’ miseri peccatori amendinsi e correggansi e lassino e’ peccati quand’egli hanno tempo,e non se gli lassino invecchiare addosso però che si convertono poi in legge di natura, ed è troppo malagevole e quasi impossibile, che quando ’l peccato è invecchiato addosso altrui, di lassarlo. Questo misero quando escì de la camera pareva più morto che vivo, e poi ritornandosi al luogo suo stette più dì che pareva quasi fuor di se medesimo. E veramente s’ingegno d’amendare la vita sua, ma era tanto l’uso de la mala vita ne la quale era invecchiato, che non potè. E solamente amendò che la lengua sua non la poneva più contra ala reverenzia di Dio e de’ Santi, ma egli diventò poi maggiore mormoratore che di prima et anco diventò poi maggior ladro. E sempre ciò che poteva rimidire spendeva in vino, et ance più spesso inebbriava che di prima. Et in conclusione, quantunque egli nel parlare e ne la vista paresse più spirituale, assai mi parbe peggiore poi che di prima. E vivendo poi nel torno d’un anno e non amendando la sua maladetta vita altrimenti, una sera innebbriò tanto disordenata-