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Siena, che mandasse un Vicario che avesse cura del Convento, col qual’ Vicario fui mandato io in sua compagnia. E confessato ch’egli fu et avuto poi tutte le sacramente, chiamò el Vicario e pregollo che egli el racomandasse a’ frati che pregassero Idio per lui, e che egli facesse sotterrare el suo corpo appiei la fune de la campana. E poi venendo a lo stremo mi chiamò per nome e disse: farai l’officio a la mia sepoltura; e detta questa parola passò di questa vita con molta pace. Io credendo ch’egli avesse detto per farnetico ovvero per l’affanno de la morte, non vi pensai più. Poi essendo pregato dal Vicario che io facesse l’officio a la sua sepoltura, scusavomi di non farlo, non perchè io non volesse ubbidire, ma perchè non mi pareva essere degno di far l’officio a sì venerabile religioso. Poi facendo l’officio mi ricordai de la parola che m’aveva detta che io facesse l’officio a la sua sepoltura e viddi ch’egli era stato profeta nel fine suo. Passò di questa vita questo benedetto servo di Dio frate Niccolò Tini negli anni del Signore MCCCLXXXVIII a’ dì nove di ferraio. Io che scrissi le sopra dette cose fui suo novizio e conventuale per alcun tempo, et ebbi sua notizia nel torno di trenta e quattro anni e parte de le sopradette cose viddi e par-