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unde s’agguattò sotto una banca. E passando quella gente gli parve vedere solamente e’ piei de’ cavalli. Unde poi che fuor passati anco stette un buon pezzo innanzi che avesse ardire d’escir di sotto la banca. Poi all’ultimo esci fuore con molta paura, et accese ’l lume, e tornossi a casa. Et entrando ne la camera dov’era el fanciullo infermo, allora el fanciul lo subbito disse al padre: babbo,avesti paura? Allora el padre si maravigliò molto e disse: e di che figliuol mio? El fanciullo disse, di quella gente che passò quando voi v’agguattaste sotto la banca. Allora el padre tutto stupidi udendo dire al figliuolo quelle parole e disse. E che gente era quella che passò allora quando io m’agguattai? El fanciullo rispose e disse; erano e’ diavoli et erano tanti tanti che non si potrebbe dire, e portavanne l’anima del tale allo ’nferno. E non è persona che potesse dire o immaginare quanta pena e quanto male gli facevano. Questo misero era un uomo cupido et avaro, et antico e famoso usuraio de la terra, al quale el padre del fanciullo andando la mattina a sapere che fusse di questo cotale usuraio, trovò ch’era morto in quel l’ora che ’l fanciullo aveva detto. Questo assempro mi disse un venerabile religioso, el quale l’aveva udito da persona degna di fede che l’aveva udito dal padre del fanciullo.