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cadde nel male del tisico, e cosi stette alquanto tempo e per nulla cagione lassò mai la predetta orazione, che ogni dì non la dicesse de votamente. E poi venendo al fine suo, et una mattina aggravando, quasi pareva per dare e’ tratti. Sicché le donne che gli erano d’intorno el cominciaro a segnare co’ la candela bene detta. Allora el giovano vedendosi segnare, disse a le donne; non temete ch’io non morrò insino a vespero, che a quell’ora farà trenta dì che io viddi la Vergine Maria la quale sarà in mio aiutorio. Allora le donne dimandandolo, disse come aveva detta la predetta orazione. E po’ allora del vespero con molta contrizione e pace passò di questa vita, siccome aveva prenunziato. El sopradetto assempro udii da una venerabile donna la quale si ritrovò presente a ogni cosa.


D’un mal’uomo che morì disperato, el quale essendo sepolto in chiesa venivano i diavoli e menavano grandissima tempesta.

CAP. 54.°


E’ Conti da Santa Fiore ebbero un lor Caporale el quale ebbe nome Giovagnuolo di