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ogni parola nei due codici. Se l’ottimo Sig. Melga, che tanto sa in questo genere di studj, non incontrò un Codice della bontà che il nostro, ei seppe bensì pubblicarlo da suo pari. Noi ci riportiamo a tutto ciò che ne dice nella sua prefazione, e solo aggiungiamo, che l’altro Codice Carbone, ch’egli tiene a raffronto del suo, sia molto meglio, e fra l’altre più senese, se non quanto il nostro ch’è, e doveva essere senesissimo. Ci congratuliamo però col chiaro Letterato perchè ci siamo trovati a vedere, che molte volte, ove Egli interpetra o supplisce in alcun che il suo Codice, la sua interpetrazione confronta mirabilmente col nostro testo. Tanto vale la perizia ancora in tali studj.

Ma che dirà l’ottimo Letterato, e che dissi io mai, quando entrato in sospetto già, potei pure aver certezza, che il codice ad entrambi sì caro, non era un’opera del mio Fr. Filippo, ma solo una versione dal latino? Tanto seppi per le ricerche fatte fare nella Biblioteca Laurenziana, da quei cortesissimi impiegati, e per mezzo di un mio carissimo e dottissimo amico. Il principio e la fine del latino originale è affatto la stessa; le