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tutta la mattina con molta debilezza e fame e sete quanta si può credare. All’ultimo essendo già quasi in su la nona, el frate giovano si volse d’intorno e da nessuna parte non vedeva altro che rena, e nulla cosa vedeva in nessun luogo per la quale potessero avere nulla speranza. Unde che fra per la stanchezza e per la debilezza del non mangiare e del non bere e per la disperazione che non vedevano lo scampo de la vita loro, cadde in terra e con amaro pianto disse al compagno: Io vi prego che noi non ci andiamo più affadigando, che vedete bene che non c’è lo scampo de la vita nostra et io non mi posso più tener ritto, sicchè mi pare che sia al meglio che noi ci riposiamo qui e non andiamo più oltre, però chè non camparemo però la vita, e confessiamci l’un dall’altro et acconciamci dell’anime nostre e preghiamo Idio ch’abhia misericordia di noi. Poi che fuoro confessati et acconci dell’anime con molta compunzione e contrizione e con molte lagrime, ciascuno sì pose in orazione e devotamente pregavano Dio ch’avesse misericordia di loro e così aspettavano la morte. E stati un poco in orazione e quello venerabile frate più di tempo levando gli occhi, vidde un macchione verde di sterpi. E levandosi et andando là per vedere vidde fra quel