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splendore che quello del sole non è cavelle respettive, e tutte parevano sanguinose, e poi subbito sparì. Allora el fanciullo subbito si ritornò a la cella per quella medesima via ch’era andato con tanto pianto e con tanta compunzione di cuore, che venendovi el Priore e ’l maestro suo, e dimandandole del suo pianto e che s’egli non fusse contento di stare ne la religione, che mandarebbono pe’ parenti suoi e rimandarebbornelo. Allora el fanciullo rispose ch’era contento ne la religione più che fusse mai, e che per nullo modo ne voleva andare. Poi tanto lo ’nfestaro, che lo’ disse la cagione del suo pianto in confessione, e quella schifità al tutto si partì. Poi crescendo in virtù et in molta santità, fu fatto poi priore nel detto convento. E molte volte egli medesimo diceva el sopradetto assempro in persona d’un altro. Questo frate Giovanni Gucci en tutto ’l tempo da la vita sua mai non gli fu potuto ponare difetto, e veramente fu uomo irreprensibile. Poi quando venne a morte, manifestò la sopradetta visione al suo confessore, che prima mai non s’era saputo che fusse stato egli. Questo assempro udii da parecchi frati che ’l conobbero.