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92 | TRATTATO |
Del maneggio a repelloni, co'l cavaliere a cavallo. Cap. VIII.
QUando si vorrà maneggiar il cavallo a repelloni, cosi chiamati, perche si rimette spesso per un diritto senza volta alcuna come il dissegno mostra, bisogna spingerlo a tutta fuga tanto quanto è lo spatio d’una rimessa fermandolo pe’l diritto, con la possata volendo. In vece della quale, non tanto in questo come in ogni altro maneggio, è buono nel tenere, che si fa pe’l diritto, farli fare come la maggior parte di cavalli di Spagna fanno, che come s’incominciano a ritenere vanno con l’anche quasi a terra. Et ritenuto poi stia in motto, cioè hor con l’uno, & hor con l’altro braccio levato; facendo ancho di maniera, che mastichi la briglia di modo, ch’ella faccia suono; perche oltre il bel vedere cosi operandosi, sarà ciò più sicuro, ne d’alcuno biasimato. Et fatti poi li repelloni, che s’haverà voluto, si può far pian piano ritornare adietro; a fin che questo facendo mostri l’ubedientia sua, la quale non havendo egli, con questo modo se l’insegna, tirando a se la briglia con destrezza; perche cosi facendo non solo s’assuefarà ad havere più timore di lei; ma ancho si mostrarà, come ho detto, ubidiente. Et li giova ancho in altro, che per hora non voglio dire per non mi levar da questo
ragionamento; nel quale ritornando dico, che tirato, che si haverà adietro
quattro o sei passi, è necessario all’hora spingerlo avanti, o di trotto, o
di galloppo, non si errando mai nel principio cacciarlo di trotto,
sino a quel segno di dove s’haverà levato; avertendo di pro-
cedere ancho nell’ammaestramento del tirarlo adie-
tro con gran destrezza, acciò non pigli spia-
cere; curando etiamdio sempre, ch’egli
tenga la testa al segno, non troppo
in fuori, ne ancho accappuc-
ciata, ma si bene per
la via del
mezo.