Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
SECONDO | 87 |
Del maneggio detto volta d'anche, co'l cavaliere a cavallo, & ferri d'esso posti in dissegno. Cap. VI.
VOlendosi maneggiar’l cavallo come si dee, quando si combatte in steccato, bisogna osservare quanto in questo capitolo s’intenderà, & si vedrà pe’l dissegno. Sappiasi dunque, che quando si hà spinto il cavallo all’incontro del nemico, che subito passatolo è necessario tenerlo, & tutto ad un tempo voltarlo & farli far meza volta facendo quella con l’anche, nella quale bisogna, che’l cavallo non muova li piedi dinanzi da luogo, ma solo circondino la vita di lui. Et fatta quella meza volta conviene, che’l cavallo sia nel diritto sentiero si come il dissegno, & ferri mostrano, avertendo però alla differenza, che è da quelli dinanzi à quelli di dietro. Et chi di ciò farà la prova conoscerà quanto vantaggio haverà per se, che non solo non voltarà la schiena al nemico ma li starà di continuo à fronte. Et perche so, che alcuni cavalieri maneggiano i loro cavalli di questa maniera senza voler far questo effetto, & ancho perche non fanno come denno; però dico, che oltre, che ciò non mi piace, eccetto che per quanto habbiam detto, che tanto più mi spiace, che non facciano fare al cavallo la meza volta compita; perche volendo incontrare l’aversario, non si daria si forte incontro, se non è dispicco pe’l diritto, & tanto peggio quando si sarà più appresso, ma quello incontrato lo riceverebbe maggiore. Et la causa perche non opera cosi quando non è spinto pe’l diritto si come fa essendo, è perche non ha in se unita la sua forza, & tanto meno l’hà voltandosi di questo modo; perche le braccia non hanno in se l’unione, & il potere della schiena, si come hanno le gambe; però è di bisogno, che le membra siano unite, che quando non fussero cosi pe’l diritto non sarebbero, ne vi saria la forza. Per tanto il cavaliere molto ben avertirà à quanto da lui sarà fatto, non pregiudicando ad altri, che a se stesso; perche quando in simil trescha fusse, & ch’incontrario operasse di quel, ch’io scrivo, non li riusciria mai cosa intieramente perfetta. A volere hora insegnare al cavallo di voltarsi con l’anche non bisogna tenuto, che s’haverà pe’l diritto piegar la mano in parte alcuna, ma serrarlo alquanto con la briglia nella volta; & non solo con essa, ma ancho co’l sperone, co’l quale si batterà all’hora nel fianco da quel lato, che si volta tutto incontrario dell’altri maneggi, stringendoli anchora l’altra gamba alla pancia, si come fanno coloro, che non usano il nostro modo di cavalcare, essendo per questo effetto buoni, & i thedeschi, & molti altri, che stanno forti a cavallo con l’aiuto dela briglia, & calcagna, & non con le ginocchia; perche stando essi cosi battono dove io intendo, che si batta’l cavallo: il quale perche habbia a far ben questa volta dico, che bisogna ancho darli con la bacchetta sotto mano nelle natiche, accompagnandola sempre co’l sperone da quel lato medesimo, che si volta, & batte; perche è necessario per far ben l’o-