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le cònsiste la salvatione, & perditione loro. Oltramodo m’incresce, & sin’al vivo cuore mi preme di non poter dire del modo, che si dee tenere in sanare li cavalli quando sono infermi, cosa pur appartenente a tal professione, ma essendo esso d’importantia grande, & che molto tempo porterebbe seco a volerne scrivere perfettamente, sì come l’animo mio farebbe per essere sì corretto, & confuso da magnani, fabri, manescalchi, & incantatori, che non potrebbe essere più; però non mi ha dato l’animo scriverne, ne darebbe ancora, se non trovassi di lei prima il vero con lunghi studi, notomie, & isperientie. La onde mi persuado, che per hora sarò havuto per iscusato, sì come parimente deono essere li sopranominati, che bene ogni suo ingegno, & forza per imparare mettono; ma per la povertà loro non possono a cognitione d’alcuna buona cosa venire; però sarebbe necessario, che tal virtù per più condegni rispetti fusse posta ne’ nobili & potenti, & non in pari loro. Et con sopportatione di gran riprensione son stati degni quei Prencipi, che l’hanno così dall’ignorantia, & necessità d’essi poveri lasciata assassinare; che oltre che non se le trova più forma, ne modello, per essere tanto vilmente, da i predetti poveri artefici posta, i cavalieri, ricchi gentilhuomini, & cittadini la sdegnano, & sprezzano, ne per alcun modo imparar la vogliono, non havendo considerazione alcuna alla nobiltà d’essa; la dove (per mio giudicio) doverebbe essere da quello fatto ogni possibile, per sapere, & imparare li segni, che mostrano i mali, per conoscere quelle, vedendo se da humor colerico, sanguineo, flemmatico, ò melanconico; overo da indigestione, ventosità, ò da simili accidenti lor vengono; & se richiedono medicamento frigido, calido, temperato, diseccativo, ò humettativo; procurando anco di conoscere se quelli fussero lubrici, stitici, overo adusti, per potere con veraci ragioni, & proprii medicamenti giovarli, essend’essi animali, che non sanno ne dire, ne mostrare il suo bisogno. Et tanto più se ne devria havere gran cura, & consideratione, quanto più sono d’ogn’altro animale, che si sia, all’huomo più necessarii. Però per sapere l’infermità sue, fa di mestieri d’una scientia accompagnata da una buona prattica; la quale non si può senza molto tempo, & fatica acquistare; & vuole essere in huomini non poveri, si perche essi havriano maggior commodità di far delle cose a tal virtù convenevoli, come etiandio fariano più stima della bona fama, che ne fariano per trarre; che della particolare utilità, cosa, che non possono i poveri.