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per forza, non può essere tanto gagliarda, che basti, che contra’l suo volere non sforzano, tiresi pur quanto si puote; perche non la temono, ne dolore alcuno sentono per la tanta callosità fatta dal continuo portarle. Si che questo è quello, ch’esse operano, la onde non mi so movere à laudare dette false redine per cavalli giovani, ma ben le biasimo, conchiudendo, che’l caveccione niente li nuoce, anzi li giova, non lo levando mai fin tanto, che non sarà molto ben accommodato del capo, & del collo. Et detto caveccione si suole portare al cavallo sin’all’età d’anni quattro in cinque. Io non dirò, che questo caveccione sia più di corda, che di cuoio, ò di ferro, perche mi rimetto à quello di che haverà bisogno’l cavallo; il che non posso sapere per l’assenza mia, ma credo ben che il più delle volte al corsiere, & frisone, sarà più à proposito quel di ferro, che di corame; & corda, & à ginetti, & à turchi meglio quello di corda, & di corame. Vero è ben, che ordinariamente s’incomincia à tutti li cavalli con quel di corda; ma seguitando, s’adopera poi quello di ferro, ò di cuoio, secondo’l bisogno. Dicendo io ancho, che la guardia lunga per l’ordinario è d’uno aiuto grande anzi perfettissimo al caval giovane; perche fa più forte la briglia, & assetta’l cavallo, & lo sorge, eccetto però à quello, c’ha il collo riverso; perche non la può tollerare lunga, & questa ponendosi in opera vuole essere fiacca, & alta honestamente d’occhio cioè, che non sia troppo bassa, ne troppo alta, ne etiandio troppo ardita, ne men trabocchi, della quale voglio, che assettato, che sia si levi gran parte, secondo poi richiederà più, & meno. Sarà buono anchora à certi tempi ina filza di pater nostri nel luogo del sottogola; perche l’aiuta a sorgere. La voce è etiandio buono aiuto, ma variata a tempi; la quale hor somessamente, & hor terribilmente usar si debbe, che cosi si tenirà in timore, nè s’invilirà, giovandoli similmente alle volte il fischio della bachetta, con alcuna bachettata, la quale non si dia sempre in un luogo. Lo sperone alle volte, le cui rotelline non pungano per alcun giorno, si dee adoperare per rispetto, che divenuto poi caval fatto sentendolo potria in segno di non poter patirlo fare alcun strano atto; ne si continui troppo nel farlo correre, ma di rado; facendo ancho ogn’opra, perche nel principio sia domato ò stramacciato, come vogliam dire, da persona prattica, patiente, & forte alla fatica, & che con destrezza lo regga; perche non essendo’l polledro nel principio ben ammaestrato, il più delle volte, & quasi sempre si mette per l’ignoranza del stramacciatore à cattivo sentiero.

D'alcuni avisi necessari al cavaliere. Cap. XXXV.


HAvendo io sin quì ragionato dell’imbrigliare li cavalli, hora mi par di dire, che al buon cavaliere fa bisogno sapere ancho conoscere le nature, & qualità de cavalli, & maneggiarli bene, & aggratiatamente, con la mano suave, & piacevole, à tempo, & con giustezza, & stare in sella forte, temperandosi secondo l'occasio-