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112 TRATTATO

Il conto che rende l'auttore della promissione fatta, con un raccordo necessario al cavaliere. Cap. XVII.


PErche non si dee mai mancare di quanto si promette, però ho voluto osservare la promissione da me fatta di scrivere, et ragionare sotto brevità come ho fatto da maneggi di cavalli, il qual modo osservandosi come ho detto, confido (se ben ho lasciato di dire molte cose) che non si potrà in ciò, che si farà errare, non lasciando mai alcuno, che questa virtute essercitarà di operare quanto al buon cavalier conviene. Et la causa perche ho tacciuto quel di più che havrei potuto scrivere è perche ne stato scritto da altri cavalieri: la qual cosa fa, che io me rimetta si alli lor detti, come a i fatti. Sol voglio

dar un raccordo al cavaliero; il qual sarà il fine della seconda parte del

trattatto, che tutti quelli cavalieri, che verranno in vedutta,

debbano procurare d’accomodarsi secondo il tempo con

la vita & membra, cosi capo, & braccia, come

gambe, & piedi: facendo sempre ogni opera

di farsi veder più aggratiati, che po-

tranno a cavallo: perche oltre che

faran di lor bel vedere, aiu-

taranno al cavallo, che

in quella sorte di

maneggio,

che

farà comparirà più

aggarbato, &

miglio-

re.


IL FINE DELLA SECONDA PARTE

DEL TRATTATO.