Pagina:Fiaschi.djvu/105

100 TRATTATO

Del maneggio detto galloppo raccolto co'l suo tempo in Musica, & co'l cavaliere à cavallo in dissegno. Cap. XI.


COnoscendo io di non poter dar bene ad intender il galoppo raccolto, ne co’ scritti, ne co’l dissegno, che basti, ho voluto porre ancho il suo tempo in musica, il quale qui sotto vedrassi. Sapendosi, che quella misura, & tempo bisogna osservare se si vuole, che’l cavallo faccia un’aggruppar di bella vista; nel quale si avertisca, ch’ei porti la testa a segno, andando con la fronte avanti, & non co’l mustaccio, ò muso, ò ceffo, che dire lo vogliamo; ne meno à guisa de montoni, quando si vanno ad accozzare, perche van troppo accappucciati; però che essendo la parte più forte della testa del cavallo la fronte, & la più debole il mostaccio, è necessario non tanto in questo per la bella vista, ma in qual si voglia sorte di maneggio, far opera, ch’esso porti quella raccolta nel modo da me detto; perche oltre, che fa (come è detto) più bella vista, viene ancho esso ad essere in maggior fortezza. Il modo poi, che dee tenir il cavaliero in aiutar il cavallo à far fare questo, debb’esser con la polpa della gamba, dandogli con quella nella pancia, & con la voce somessa, si come mostra la musica,

& similmente con la bacchetta, tenendo quella a traverso del collo,

non però lo tocchi, ma si muova quella tanto che ondeggi un

pochetto; & non se gli lenti troppo la briglia, ne ancho

si tenga molto serrato in quella, ma participi de

l’uno & l’altro. Et cosi facendo si verrà à

far che andarà sempre inanti, però

pocchetto, con un aggrupar di

bella vista. Et parendo

al cavaliere bene

nel fine del

detto

maneggio inanti che fermi il ca-

vallo farli fare un reppel-

lone, lo potrà fare, te-

nendolo pe’l

diritto.