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i tre amanti di bella | 87 |
XX.
Tutti abbiam nella vita
L’ora fatal che resta, come un negro stilila,
Sul nostro capo, immobile, finchè andiam sottoterra;
L’ora in cui l’uom s’accorge che la pugnata guerra,
Le lagrime versate, le sciagure sofferte,
L’ostie fatte coi lembi del cuor, sull’are offerte
Del suo triste cammino per questa scabra valle,
Eran peso leggero alle sue scarne spalle,
Eran foglie di rosa. Da quell’ora (deh! amici
Di me non vi burlate perchè siete felici!
Essa vi attende al varco, è il fato universale,
Il lotto irrevocabile del sempiterno Male),
Da quell’ora il suo sguardo è confitto alla mota,
E la tomba è vicina.
Dimmi, pupilla immota,