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66 | fiabe e leggende |
XIV.
L’occidente era in fiamme e Venezia imbruniva.
Qua e là per le finestre qualche face appariva,
Errante, come in mezzo a una carta abbruciata,
Dai pargoli ridenti sul focolar gettata,
Quelle ultime, vaghe, fantastiche scintille
Che sembrano una ridda di monachine brille.
L’acque oscure parevano assetate di foco,
E fiaccole e lanterne, accese a poco a poco,
Vi prendevan la forma delle cose succhiate.
Le galere di Cipro e di Morea, poggiate
Sull’àncore, dormivano sonno cupo e solenne;
E pei fitti cordami delle vetuste antenne,
Qual per entro ai capelli di sognanti titani,
Certo correan fantasmi di naufraghi ottomani,
Col petto ancor squarciato dalla punta dei rostri.
Era l’ora che i bimbi han paura dei mostri,
E, a non vederli, il capo caccian sotto le coltri.