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ATTO UNICO - SCENA II. 171

E riparto. Io mi sono il bizzarro viatore
Che tutti hanno incontrato nel blando tenebrore
In cui brillan le lucciole. Quando piove mi metto
Sotto il folto frondame, ed esco dal boschetto
Grondando, e sorridendo verso l’arcobaleno.
Non cerco la fortuna e so farne di meno...
Vado, vado... ed ancora non sono affaticato.


SILVIA

E a soffermarti, dimmi, non hai giammai pensato?
In questa corsa folle in cui lo spirto emani,
Sognando il dubbioso lume dell’indomani.
Mai non pensasti, mai, a uno svolto di via,
Alla casetta calma, alla casetta pia,
Circondata di glicine, col buon cane alla porta,
Colla finestra alquanto socchiusa, dove assorta
Nel lavor, la fanciulla si leva al tuo passaggio,
Ti regala un sorriso, e ti manda il buon viaggio?


ZANETTO

Qualche volta; ma ho fermo che i miei versi sonori
Farian da simil casa uscir babbi e tutori,
Come il sasso scagliato fra i rovi della via
Ne fa balzar dei serpi la immonda compagnia.