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142 | fiabe e leggende |
Muto il castello, deserto il tugurio!
Si sentìa che la vita in altra terra
Battea, che tutte avea rapite l’anime
Quella lontana guerra.
E fu allor che alle quercie malinconica
Si fè la balda gioventù ferace:
Però pensàr che, dopo qualche secolo,
Dovea tornar la pace;
Che popolata rivedrian di mandrie
La valle, e che il meriggio alla frescura
Ricondurrebbe delle ombrìe balsamiche
Una gente futura.
Ed assorte in pensier di spaventevoli
Colpi di scimitarre e catapulte,
In mezzo all’alta noia ed al misterio
Delle campagne inculte,
Intrecciarono i rami, e avvilupparono
Fronde a fronde, in feroci atteggiamenti;
E, contesti di vôlte e d’archi, eressero
Mistici monumenti;