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132 fiabe e leggende



II.


     L’uom se ne va senza indagar l’arcano;
Giunto alla meta, al termine abborrito,
Al di che tutto strugge,
Si accorge di aver stretto nella mano
Un po’ d’aria che sfugge.

 
     Egli, o s’illuda alle apparenze incerte,
O preghi, ignaro del Nume, o allibito
Sghignazzi in faccia al cielo,
O del Real dorma sul seno inerte,
Vive e muore in un velo.

 
     I suoi piacer sanno di tosco, i mali
Gli aizzan l’alma ai giubili vietati
Che presente e non trova:
E dalla culla all’avel (due guanciali!)
Ciò che sempre s’innova.