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6 | fiabe e leggende |
Così cantava Olimpio, il gobbo strano.
E la pioggia cadea, colla beata
Quiete degli immortali, in un monotono
Metro rimando sulle fronde e i ciottoli
L’Iliade delle gocciole.
L’ombrello
Di Olimpio segna sulle bianche nubi
Un semicerchio che sembra la porta
Di una lontana galleria nel cielo,
Buja come un mister. Sono allagate
Le vecchie casse dei poveri morti.
Sono allagati i giovinetti nidi
Degli usignuoli; un passeggier non scorgi,
Per quanto è vasta la pianura.
I carri
Dei contadini sotto i porticati
Se ne stan colle braccia in su rivolte
Come turchi preganti; i focolari
Prestano un lume intermittente e pallido
Alle finestre, e il genio campagnuolo
Sembra da quelle osservar tristamente
La rovina dei fiori.