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108 sonetti.


LX.

UN MARITO NUMMERO UNO.


     Cattiva Tuta?!1 È ’na cojoneria.
Sì, nun se pò negà, Tuta è un po’ viva;
Specie2 quanno se trova in comitiva,
Je piace a fà bisboccia3 in compagnia

     Coll’omini, je piace l’alegria;
Ma be’, pe’ questo s’ha da dì cattiva?
Oh! sai che m’hai da dì? che nun arriva
Pe’ bontà su’ marito: fija mia,

     Quest’è propio vangelo! un galantomo
Che nun s’impiccia de li fatti artrui,
Bono de fónno, bono de natura.

     Ne vò’ ’na prova? Tu trovem’un omo,
Che ciàbbi4 tante corna come lui,
E le porti co’ più disinvortura!



  1. Gertrude.
  2. Specialmente.
  3. «Fare bisboccia suol dirsi comunemente a Firenze per Darsi bel tempo, scherzando e gavazzando.») Cosi il Fanfani nelle Voci e Maniere del Parlar fiorentino (Firenze, 1870); dove poi registra anche bisbocciare e bisboccione. Credo pertanto che se queste locuzioni mancano al Novo Vocabolario del Giorgini e del Broglio, e a quello della Lingua parlata del Fanfani stesso e del Rigutini, sia una mera svista.
  4. Ci abbia.