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56 | meditazioni sull’italia letteraria |
nulla, nulla. Un’amico mi chiedeva qualcosa da leggere, e io non ho saputo consigliargli che dei libri inglesi: Gilbert Frankau, per esempio, ecco un romanziere. »
« II nostro ospite — disse un altro dolcemente — ha scritto dei romanzi. »
« Ah sí? — rispose con la stessa calma la signora — Certo è che io non sono mai riuscita a trovar qualcosa di leggibile nella letteratura italiana. Mi consiglio sempre con il mio libraio, che mi manda dei libri in esame; ma glieli rimando in genere tutti quanti. »
« Ci sono dei giovani — disse lo scrittore — delle ultime generazioni, che hanno scritto dei buoni libri. Gliene presento tre ». E glieli presentò.
« Ah sí? rispose la signora, io leggo i romanzi di Blasco Ibañez - quello è un romanziere! - perchè è uno scrittore di fama europea. Nessuno sa che i loro libri sono pubblicati. »
« E’ un gran male, disse lo scrittore, che i mezzi di comunicazione tra la Repubblica delle lettere e il pubblico stiano sparendo. Il pubblico non crede più ai giornali. Non ci sono quasi più riviste. Gli editori falliscono. I librai non pagano gli editori... »
« Ma naturale! Ma naturale! ribattè la signora, non si scrivono buoni libri! »
Questa conversazione sembra quasi incredibile a leggersi e lasciò tutti molto stupefatti. La signora se ne andò senza aver capito perchè, ma oppressa da un vago malessere. Quando si rimase a quat-