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meditazioni sulla storia d’italia 29

corazza di ferro si è annegato mentre saltava da un battello all’altro. Fra i partigiani del Fieschi nasce una grande confusione. Doria ritorna e riprende il potere abbandonato senza incontrare resistenza. Poche rivoluzioni conosco in cui il caso sembri avere una funzione cosí capitale. Non spinge esso la civetteria fino a dare la vittoria al partito della tirannia con un’ondata che allontana di qualche bracciata due pontoni al momento in cui Fieschi alza il piede? Ecco un’ondata le cui conseguenze furono enormi. Si capisce come la sproporzione tra questo brivido d’acqua e il destino d’una rivoluzione e d’una repubblica abbiano sedotto l’immaginazione ardente d’un poeta romantico tedesco.

Ma se si studiano una dopo l’altra le rivoluzioni analoghe che scoppiano in Italia dalla fine del secolo XIV° fino alla metà del XVI°, ci si accorge che il caso è sempre favorevole ai tiranni e contrario ai rivoluzionari. No, non è per un caso che queste rivoluzioni naufragano, ma perchè gli Italiani sono inetti a compiere rivoluzioni conservatrici.

Se i Genovesi avessero avuto «il senso della rivoluzione conservatrice» avrebbero trovato altri capi da sostituire a quello improvvisamente annegato; e la morte di Fieschi a cui si attribuisce il fallimento della rivoluzione non sarebbe stato che un disgraziato accidente. Anche i Parigini nel 1830, a un certo momento si trovarono senza capi. Pure, tre persone sconosciute salvano la situazione convocando i deputati al Palazzo Municipale, con un or-