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214 giudizio di egidio reale


fondo delle pianure. Il ciclo breve della tua vita si conclude e si chiude. E si placa, lontano dai tuoi, nella morte, il tormento. Mentre per l’ultima volta il sorriso ti illumina il volto di fanciullo nell’ultimo raggio di sole, quel tormento, prima di placarsi per sempre, ti farà rivolgere, alla compagna di viaggio che fra qualche istante raccoglierà fra le sue braccia, inerte il tuo corpo, l’ultima suprema domanda: Quali sono gli ultimi pensieri di un morente?

Poi, dopo l’urto che spezza il tenue filo che ancora legava l’anima al corpo, quel che resta di te ripasserà l’Oceano, toccherà, in un livido mattino autunnale, le coste dell’Europa e attraverserà in un tramonto pieno di dolcezza e di malinconia quale tu amavi, la tua Parigi, ma non andrà e riposare — ora che l’irrequietezza dello spirito s’è placata ed il dramma della vita è finito, sotto il sole ardente della tua Patria, ma, perchè coloro che tu amasti e ti amano disperatamente possano vegliarti ancora, sosterà nel cimitero desueto della città ospitale, mentre la mamma ed il babbo, « nell’attesa di essere di nuovo accanto e te per sempre », a te continueranno a dedicare, nello strazio che non si placa, nel dolore che non piange, ma di dentro impietra, tutti i pensieri di ieri, di oggi, di domani, di sempre.

Egidio Reale.