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156 | meditazioni sull’italia letteraria |
ma categoria o l’ultimo della prima; ma non può far questo se non ha un metro unico con cui stabilire, anzitutto, le categorie; e il pubblico non potrà mai capire il valore preciso della sua critica, finché vedrà lodati dei mediocri, perchè il critico li considera i primi dell’ultima categoria (ma non lo dice), e censurati dei grandi, perchè il critico li considera gli ultimi della prima.
Ma che crede il critico di fare, scombinando le idee del suo pubblico a questo modo? Pensa forse che il pubblico s’accorga di queste categorie, che egli non ha avuto la forza intellettuale di stabilire perchè gli mancava un sistema di idee, e che sente ribollire nebbiose in sè stesso? Il pubblico non le vede davvero, e scambierà l’abile ciarlatano per il grand’uomo e il grand’uomo per il ciarlatano — e la colpa è dei critici.
4 Maggio
Gli amici mi dicono: Vasari sapeva ammirare. Sta bene. Ma credi tu che ammirando fosse consapevole del suo merito? Credi tu che sapesse la virtù animatrici delle sue lodi?
In questi giorni l’ho riletto quasi tutto. Posso rispondere di si. Vasari voleva ammirare. Ce lo dice fra l’altro egli stesso nella vita di Lorenzo Ghiberti.
«Nè è cosa che più desti gli animi delle genti e faccia lor parere meno faticosa la disciplina degli