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144 meditazioni sull’italia letteraria


glie tutte le Vite, puó facilmente insinuarsi anche in una valigia colma come una mela granata.

24 Aprile, mattina

Ho riletto Vasari tutta la notte. I principï di Vasari sono chiarissimi e continuamente esposti. Principio fondamentale, come è noto, è l’imitazione della Natura. Parlando della terza età dell’arte, quella in cui fiorirono Michelangelo, Leonardo e Raffaello, scrive «nella quale mi par poter dire sicuramente che l’arte abbia fatto quello che ad una imitatrice della natura è lecito poter fare e che ella sia salita tanto alto, che più presto si abbia a temere del calare a basso, che sperare oggimai più augumento» (Proemio alla parte II, pag. 131).

Ho già avuto campo di rilevare in un altro libro come questa «imitazione della natura» fosse una formula convenzionale, con cui i pittori del Risorgimento si intendevano, e che significava tutt’altra cosa.

Ma a parte questo, l’Imitazione della Natura era più che altro un eccitamento a creare. La Natura è senza nessun dubbio il solo stimolo che abbia un pittore, il quale deve dipingere le cose visibili con l’occhio. Non mi pare che Lionello Venturi dia abbastanza peso al classicismo di Giorgio Vasari. Vasari disse spesso che si doveva imitar la natura con la tecnica dei classici; respingeva così la maniera di dar forma a questa materia e non consentiva a