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della vita nell’ondeggiare dell’erba. In ogni cosa mossa è posto l’enigma delle prime cause e guardando gli effetti del vento si pensa a tutto quello che nella natura è concatenato. Ma essi non riuscivano a sorprendere nella natura il mutar delle cose e ci ritrovavano soltanto delle attitudini. Non vedevano nel movimento che una collana di gesti pietrificati, un complice in deliziose astuzie decorative; nè pensavano che ogni passaggio delle cose da una forma a un’altra e quell’immersione di ogni essere nel tempo e nella durata, includeva, per esempio, una legge di causalità.

Pittori e traduttori, non scienziati e filosofi, trovavano la natura nella pittura, perchè parificando l’universo e l’arte sopra uno stesso piano immaginario, avevano cercato la pittura nella natura. Si dimentica troppo spesso che non si può cercare la natura nell’arte, se non sì cerca l’arte nella natura.


In Leonardo, quando guarda la Natura, si fondono invece due atteggiamenti: quello rappresentativo e quello conoscitivo.

Lo stesso Trattato della Pittura, in cui Leonardo dovrebbe limitarsi allo studio del