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tempo e complici tutti, se mai, di una medesima imprecisione, intuivano con un calcolo istintivo, fiutando l’aria, il concetto giusto su cui era possibile di accordarsi. Perchè in verità quello che noi chiamiamo il principio dell’imitazione era già un sottinteso. Il fatto è diverso e vai la pena che l’accenniamo, anche se non ci è lecito di trovargli un posto, nel telaio di questo studio, per dimostrarlo storicamente come vorremmo.

Una civiltà in fiore si distingue da una civiltà moribonda, non perchè abbia dei principi più saggi, ma perchè ha dei sottintesi più universali e cioè dei fondamenti che tutti rispettano senza saperlo e quindi senza discutere. Questi principi non sono, come si potrebbe credere, più malati in tempi di decadenza; sembrano anzi floridi e vivi più che nei tempi d’oro dei grandi classici, ma vengono sempre discussi — si contraddicomo pubblicamente, mutano spesso. Nei secoli di splendore invece, questi sottintesi governano il ritmo di una civiltà arrivata al colmo della sua maturazione, come divinità segrete. Perciò non importa tanto che siano meticolosi, quanto che siano vasti e prudenti, e specialmente che tutti li riconoscano; perchè quell’ordine che è la base di ogni epoca in fatto d’arte, di poli-