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non sempre chiari, è perchè non ho voluto sorpassare il momento in qui, alla men peggio, mi sentivo la forza di scriverli.

«Nous n’aurons plus jamais notre âme çe ce soir», ha detto la Comtesse de Noailles, ed è uno dei versi più malinconici che conosca, le idee non si possono esprimere, e non si possono eqmpiere certi gesti che a certi momenti determinati, e può essere pericoloso di volerli ritardare o perpetuare.

Un poeta spagnuolo dell’epoca di Calderon, ci racconta che quando era studente a Salamanca, ne fece l’esperienza con un melone. Una donna che amava cenò nella sua soffitta. Siccome era giovane e innamorato, il poeta non sapeva rassegnarsi a mettere nel passato delle ore che gli erano sembrate degne di non morire, come le altre ore del giorno. Così che quando la mattina dopo svegliandosi sentì nell’aria un odor di frutta, e ritrovò sulle foglie verdi le pesche e l’uva in piramidi ruinanti, i garofani, che la notte s’erano aperti, curvi nei vasi, e il vino luccicante in silenzio nelle guastade, si rallegrò come se la serata della veglia avesse potuto ancora allungarsi per qualche giorno sulla sua vita. Ma i garofani avvizzirono nel pomeriggio; e affamato com’era il poeta non tardò