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vista, che sia immobile o in movimento? — Queste sistemazioni acquietanti e ingegnose non avrebbero un senso che se le belle arti fossero indipendenti dall’uomo; ma poiché non hanno vita che dal nostro giudizio, bisogna ordinarle in base all’atteggiamento che assumiamo dinnanzi a loro. Ora, ho rilevato che possiamo assumerne due. Pensiamo all’infinito davanti a un quadro e ai mezzi finiti di cui dispone l’artista. Il quadro è l’oggetto di un godimento che viene spiegato da leggi estetiche. Dinanzi a un edificio non ci curiamo dell’infinito, nè del miracolo che rappresenta la sua cattura, nè della sproporzione fra il risultato ed i mezzi; ma ricerchiamo in ognuna delle parti di cui un edificio è composto l’ordine umano che le compone.
La bellezza di un quadro e la bellezza di un edifizio ci appaiono dunque così diverse, perchè all’uno e all’altro domandiamo due diversi successi, e perchè misuriamo il nostro piacere con due misure.
Kant scrisse che il sentimento estetico è il sentimento del gioco armonioso dell’immaginazione e dell’intelletto. Si potrebbe aggiungere che l’immaginazione coglie la bellezza, al momento stesso in cui l’intelletto glie ne spiega il piacere. Ci sarebbe perciò una sola