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e che non riusciremo a dimostrare e a spiegare. Dobbiamo insomma contentarci di sentire davanti al bello naturale un inesplicabile godimento.
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Possiamo dunque concludere, più precisamente, che «il bello naturale è quello che ci dà un piacere, che non possiamo spiegare sottoponendo la natura a delle leggi estetiche».
Ora, una legge estetica mi sembra quella che «sottintendendo o enunciando un fine e una necessità 8 limita i mezzi con cui si può raggiungere il fine violando le necessità».
La maggior parte degli uomini, che ammirano la natura, si illudono di sottoporla a una legge estetica, come se si trattasse di un quadro. Vedremo più tardi perchè questo non sia possibile; notiamo invece, per ora, come la natura sfugga a una legge, soltanto per il fatto che è un divenire continuo.
Si è già accennato al valore, che ha, quando noi consideriamo un frammento di natura, il moto, per cui lo spettacolo che ci è dinnanzi muta come per una inquieta e perpetua ansia, come per una misteriosa nostalgia