Pagina:Ferrero - Leonardo o dell'arte, 1929.djvu/131


125


lo torcono con tutte le astuzie che la provvidenza concede largamente ai critici d’arte.

Julius von Sehlosser, per esempio, crede che il pittore in quanto imita «assimila colla fantasia»2; James Wolff3 scrive che l’arte, in Leonardo, non è soltanto «Imitazione della Natura», ma «in erster Linie Nachamung der Schönen Natur», e conchiude finalmente che l’arte imita sì la natura, ma scegliendo dalla natura certi elementi ne forma poi una figura ideale3.

Capisco in verità che un pittore del Rinascimento, il quale vedeva già nella Natura la sua pittura, si immaginasse di imitare la natura, nel momento in cui riproduceva la sua stessa visione pittorica. Ma per Leonardo che concepisce la Natura come un ordine regolato da leggi, il principio dell’imitazione risulta insensato. È inutile dire che l’arte non deve, quando bisognerebbe dire che non può imitar la natura. Il microcosmo pittorico non può essere infatti costruito imitando; perchè l’imitazione avrebbe un significato solo quando il pittore disponesse dei mezzi che ha avuto Dio. Dato che il pittore ha nel pugno un pennello ed una tavolozza e davanti agli occhi una tela, un muro o una tavola, come gli si può dire di imitar la natura?