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pittoriche, che nel sistema di Leonardo fanne riscontro alle leggi della natura?

Ha torto in fondo il Berenson di spaventarsene e di tenerle per degli esempi di un primo incartapecorimento accademico. In Leonardo sono solenni e vive, perchè rappresentano quell’inquadratura universale, che fa di un’opera d’arte un mondo analogo al mondo. Per quanto rigorose e nette, non servono a chi manca di genio. Fin dalle prime pagine del Trattato, Leonardo aveva detto che ci sono delle scienze imitabili e delle scienze inimitabili. «Le scienze che sono imitabili sono in tal modo, che con quelle il discepolo si fa uguale all’autore, e similmente fa il suo frutto; queste sono utili all’imitatore, ma non sono di tanta eccellenza quanto quelle che non si possono lasciare per eredità, come le altre sostanze. In fra le quali la pittura è la prima; questa non s’insegna a chi natura nol concede, come fan le matematiche, delle quali tanto ne piglia il discepolo, quando il maestro gliene legge» 18.

Si capisce, ad ogni modo, come lo stesso rigore e la stessa parzialità di queste leggi gli siano cari, perchè non mai come quando una regola è scomoda, ci si illude che sia davvero obbiettiva. Quando guardava un quà-