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I passi in cui Leonardo cerca appunto di dimostrare, come la pittura sia l’arte più grande e perfetta, sono parsi inutili e un poco irritanti agli storici e ai critici. E non a torto. Se si badasse infatti al valore degli argomenti, che cosa si dovrebbe pensare della pittura, quando Leonardo afferma che è superiore alla poesia, perchè nessuno adora in ginocchio dei libri, mentre tutti s’abbattono dinnanzi alla maestà di un’immagine sacra? Ma da un altro punto di vista credo che i critici abbiano avuto torto di non riflettere dinnanzi al mistero di queste pagine assurde, perchè tra le maglie allentate di una dialettica primitiva, si può metter la mano su quello che può essere il tesoro più grande: l’idea non espressa. Intendere quello che un pensatore ha voluto dire e non ha detto bene, quello che ha voluto pensare e non ha scritto che in parte — non è forse il premio più dolce di uno studioso? In verità, Leonardo è un appassionato. Un filosofo ragionevole e astuto diffida di sè medesimo, gioca con delle armi che non lo scoprono. L’appassionato afferma credendo di dimostrare. Bisogna dunque prendere queste imagini del Trattato della Pittura come la chiave di un pensiero na-