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tutt’al più il ricordo dei nudi fatti della storia di Roma, come l’aveva conservato nei primi secoli la annalistica. Le grandi opere di storia sono distrutte; anche dei grandissimi — di Sallustio, di Livio, di Tacito — solo pochi brandelli si salvano; si moltiplicano invece le piccole epitomi. E così quella grande luce intellettuale dell’antichità si ridusse a una piccola fiammella morente, finchè un rivolgimento del pensiero umano non la fece divampare di nuovo. È quella che si può chiamare la risurrezione della storiografia antica.