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la distruzione 79


aver soggiogata Alba, ed accettava sotto il nome di gloria la lode del suo misfatto. Perchè, è detto nella Sacra Scrittura, il peccatore è lodato per i suoi cattivi desideri, ed è benedetto chi commette l’iniquità. Ma togliamo quel belletto fallace, e questi falsi colori, per esaminare sinceramente le cose come stanno. Non mi vengano a dire: il tale è grande perchè ha combattuto con questo e quest’altro ed ha vinto. Combatte il gladiatore, e la sua crudeltà ha un salario di lode. Ma per me è meglio essere disprezzato come un vigliacco, che acquistar la gloria di simile coraggio » 1.

Roma, certo, non avrebbe avuto bisogno di guerreggiare così lungamente, se tutti gli uomini fossero stati d’accordo con S. Agostino, quando osservava, che per il mondo era meglio assoggettarsi senza guerre all’impero Romano: « tanto, dice, per la nostra vita mortale, così breve, che importa all’uomo morituro vivere sotto questo o quell’impero, se non è obbligato da quelli che comandano ad azioni empie od inique? » 2. Ma ha quasi l’aria di dire che i romani hanno rifiutato questo semplice e profittevole mezzo di conquista — la buona volontà dei conquistati — « perchè sarebbe mancato loro la gloria del trionfo! ».

È facile intendere come con questa dottrina della vita, tutta la storiografia antica, anche quella di Sallustio e di Livio, non avesse più nessun senso o inte-

  1. (1) De Civit. Dei, III, 14.
  2. (2) De Civit. Dei, V, 17.