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la distruzione | 77 |
gloria, il pilone centrale della grandezza romana. « E questo impero potentissimo, col quale voleva castigare i gravi peccati di molti popoli, Dio lo affidò a questi uomini, i quali, per amore di onori e di lode, misero nella gloria della patria la propria gloria e non esitarono ad anteporre la salvezza della patria alla loro salvezza, vincendo il desiderio di denaro e molti altri vizi con un solo vizio: l’amor della gloria » 1. « Poiché chi è saggio capisce subito che l’amor della gloria è un vizio ». Vizio tanto maggiore perchè i Romani « non solo non gli resistevano, ma cercavano anzi di eccitarlo, pensando che sarebbe stato utile alla repubblica » 2. Infatti « senza dubbio è meglio resistere a questa passione che cedere » 3. Invece « quella gloria, per amore della quale ardevano, non è altro che la buona opinione degli uomini sopra un uomo. È dunque migliore la virtù che non si contenta della testimonianza degli uomini, ma esige quella della coscienza. Dice infatti l’apostolo: « Nam gloria nostra haec est, testimonium conscientiae nostrae » 4.
Perciò il sentimento vero che S. Agostino prova per i Romani delle grandi epoche, tanto ammirate da Sallustio, da Livio e da Tacito, è una specie di compassione, come per i disgraziati condannati; a compiere un’opera necessaria ma orrenda, quasi si