Pagina:Ferrero - La palingenesi di Roma, 1924.djvu/53

42 la palingenesi di roma


della psicologia e della morale civile, basa la sua storia sulla psicologia e la morale personale; — e ridando all’uomo come uomo una grande importanza ne toglie molto all’uomo come cittadino. L’altra è quella di cui egli stesso si lagna, che si può considerare come l’estrema esagerazione della storia personale: la storia anedottica, scritta specialmente per divertire, e questa fa capo a Svetonio.

Svetonio era un uomo di mondo che leggeva molto, osservava molto, conosceva tutte le persone intelligenti della capitale, e che, essendo stato segretario di Adriano — l’imperatore intellettuale ed esteta -— ebbe la fortuna di poter leggere dei documenti ignoti a tutti e seppe sfruttarli con intelligenza. La sua vita dei Cesari è l’opera più famosa giunta a noi di questo genere nuovo. Svetonio non dispone gli avvenimenti nell’ordine cronologico, secondo i canoni prestabiliti; non conosce retorica, non si abbandona a concezioni politiche e considerazioni generali, nè pretende mai di far lezione. Invece, nella sua storia abbondano gli aneddoti, raccontati con semplicità, senza preoccupazioni di fare effetto o di disegnare grandi quadri; i documenti originali, specialmente le lettere, quando possono illuminare un personaggio; le facezie e le spiritosaggini che la leggenda gli mette in bocca a quelle inventate su di lui. Sono enumerati i monumenti che il personaggio ha costruiti o riparati, i giochi che ha dati al popolo; e non sono dimenticati mai nè i segni che annunziarono la sua morte nè i connotati fìsici. C’è sempre un ritratto