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IV.
TACITO.
Tra Tacito e Livio abbiamo una fioritura copiosissima di storici. Citiamo Asinio Pollione, che trattò delle guerre civili; Pompeo Trogo, che scrisse una storia universale, epitomata da Giustino; Fenestella, Iginio e Verrio Flacco, contemporanei di Tito Livio. Nel I secolo Cremunzio Cordo che fece l’apologia di Bruto e Cassio, Valerio Massimo, Velleio Patercolo, l’unico che vivendo accanto a Tiberio, lo comprese, e ne lasciò una vita imparziale, e fu per questo accusato di adulazione. Delle quali calunnie la responsabilità più grande pesa proprio su Tacito, il terzo storico di Roma.
Vissuto durante il primo secolo dell’impero; campione di quella nuova aristocrazia, cresciuta nelle provincie europee e africane dopo Augusto, che con Vespasiano sale al Governo, più semplice, più austera, più disciplinata, più innamorata del romanesimo autentico, che la nobiltà dei tempi dei Giulio-Claudî, crebbe studiando nell’ambiente delle